MOLFETTA - Si è parlato di “Blue Economy: dalla tradizione all’innovazione” sabato 1 ottobre presso le Vecchie Segherie Mastrototaro di Bisceglie con Domenico Petruzzella, Vice Presidente Nazionale Confartigianato Giovani e amministratore della Geba s.r.l., Angelo Farinola di FerderPesca e Mario Mastrapasqua armatore.
Ha moderato Domenico De Gennaro che ha sottolineato come la blue economy, branca nuova della green economy, parta già con l’appoggio e la spinta delle istituzioni che forniscono spesso le risorse necessarie a fronteggiare le realtà dei nostri mari.
D.D.G: Che cos’è la blue economy?
Domenico Petruzzella: “E’ l’evoluzione della green economy, quella per intenderci dei pannelli fotovoltaici e dei suoi incentivi. Le risorse energetiche naturali e le imprese si incontrano ora in un processo che crea nuovi scenari. E’ qui che si inserisce la blue economy generando posti di lavoro e occupazione.”
D.D.G.: Blue economy e realtà professionali quindi?
Angelo Farinola: “In America il 60% del PIL deriva dalla blue economy che occupa una fascia di popolazione di età medio alta. In realtà questo accade perché c’è poca formazione nelle scuole nel settore marittimo e ittico. La blue economy offre molti posti di lavoro ma la formazione deve avvenire in giovane età.”
D.D.G.: Ci sono difficoltà nel reperire personale nel comparto pesca?
Domenico Petruzzella: “Ogni innovazione economica porta posti di lavoro. Nei prossimi 10 anni ci saranno 100 nuove innovazioni e 100 milioni di posti di lavoro con la Blue Economy, così come afferma il titolo del libro dell’ideatore della Blue Economy. Sono occasioni da cogliere al volo, studiando metodologie e tecnologie innovative.”
D.D.G.: La blue economy è legata anche a un sistema socio-culturale?
Angelo Farinola: “L’inventore della blue economy è il tedesco Gunter Paoli che la definisce come l’esercitare attività economiche in modo sostenibile. Con tale termine Paoli identifica e nello stesso tempo promuove un fenomeno che si traduce nella diffusione «a cascata» di nuova energia e nella «rottamazione» dei processi produttivi non sostenibili. Quando parliamo di raccolta porta a porta, di riduzione al massimo dei consumi e degli sprechi con l’obiettivo di azzerare i rifiuti siamo nella blue economy. Così quando riutilizziamo delle attrezzature obsolete innovandole. Pensare blue è un aspetto culturale, certo.”
D.D.G: Pensi che il mondo della blu economy possa avere un risvolto veloce?
Mario Mastrapasqua: “Tra gli armatori sono sempre mancati piani di formazione, necessaria anche per il comparto ittico. Le tecnologie in mare sono fondamentali ma sono scarse perchè si investe poco in attrezzature e sicurezza.”
D.D.G: Dal punto di vista dell’innovazione c’è supporto economico alle imprese tramitei Finanziamenti europei e regionali?
Angelo Farinola: “L’impresa non sempre può accedere al finanziamento poiché deve coprire le spese per il 60% del piano economico. I problemi sono molti, quali ad esempio l’adeguamento tecnologico, non è solo un problema di informazione.. Quando l’innovazione incontra la tradizione si ha il connubio perfetto; fare qualcosa di diverso da quello che si faceva 30 anni fa nella pesca è cosa facile!”
D.D.G Domenico, rappresenti una società che è legata all’innovazione, la GEBA srl, in cosa esattamente?
Domenico Petruzzella: “Leonardo è un progetto nato nel 2012 quando scoprimmo come il LED potesse essere legato alla navigazione e creammo un sistema di lampare caricato a batterie per ridurre il consumo insostenibile delle vecchie lampadine. Il forte risparmio energetico garantito da un sistema assolutamente ecologico e l’ottimizzazione della potenza dissipata ne ha fatto un sistema innovativo e esportabile in tutt’Italia per il momento.
Una dimostrazione del progetto Leonardo è stata messa a disposizione degli armatori presenti in sala.”
Anche rispettando la natura si può creare economia.
Paola Perruccio
02 ott 16